COME 
        UNA BANDIERA 
        Da sempre considerata un semplice complemento di arredo nella complessa 
        casa-vestito, la camicia è la bussola dello stato d'animo, la cartina 
        di tornasole dei comportamenti. Basti pensare a Gigi Rizzi, rampollo della 
        più austera borghesia genovese, diventato playboy a Saint- Tropez 
        con la camicia di jeans aperta sul petto, clamorosa rottura degli schemi 
        perbenistici che fece il giro del mondo insieme at bikini di Brigitte 
        Bardot. Basti pensare ai bostoniani rampanti degli anni Ottanta, gli yuppies, 
        inappuntabili dalla punta dei mocassini fino a quelle dei colletti button-down. 
        O ai figli dei fiori anni Settanta, dalle camicie fuori dei pantaloni, 
        simbolo di libertà. Camicie come bandiere, insomma, come quella, 
        immacolata, indossata la domenica dai contadini del Sud, punto di arrivo 
        della scalata sociale. In apparenza così uguale, in realtà 
        così diversa dalla camicia bianca tornata di gran moda, vezzo dei 
        nuovi dandies; in accoppiata all'abito scuro, come si è sempre 
        usato in società, o indossata da sola, d'estate, con il colletto 
        aperto e le maniche rimboccate, un look fra il rivoluzionario, il poeta, 
        il romantico e il martire, che trasforma manager, intellettuali e bon 
        vivant in pallide copie di Foscolo, di Goethe, di Byron, degli aristocratici 
        francesi a cui era strappato il jabot in vista della ghigliottina. Ma 
        le nuove camicie sono anche a righe in forti tinte, e ogni mattina impegnano 
        il gentiluomo in una ricerca rompicapo a meno di non possedere il gusto 
        insuperabile degli inglesi. A cominciare dal duca di Windsor, maestro 
        nell'arte di accostare abiti gessati, righe colorate, cravatte regimental 
        e fazzoletti da taschino mescolando anche quattro diversi disegni. Un 
        equilibrismo sul filo del rasoio, non consigliabile ai comuni mortali 
        che corrono il rischio 
        di somigliare a un campionario ambulante di tappezzerie. Allora, ricordando 
        con lord Brummel che la vera eleganza è di chi non si fa notare, 
        è meglio adottare colori sobri, proporzioni impeccabili e dettagli 
        perfetti. Alcuni particolari, infatti, spesso denotano una certa classe 
        sociale. Ho ancora in mente i pariolini e bombardini di Roma e di Firenze, 
        negli anni Settanta, dai colletti altissimi a due o tre , bottoni e il 
        nodo spropositato dèlle cravatte, come se vi tenessero nascosto 
        il panino della merenda. Tornato di moda, il collo a due bottoni è 
        velocemente tramontato perché conferisce un inequivocabile aspetto 
        da guappo. Sostituito dal modello a un bottone, a punte moderatamente 
        larghe, button-down oppure no. Ma la scelta della camicia è un 
        fatto così personale che è difficile generalizzare. Si pensi 
        al mitico Sandro Ciotti: era come se, oltre che con l'inconfondibile voce, 
        parlasse con le punte allungate dei colletti. Si pensi alle camicie di 
        Tony Blair, leader laburista che ha coniugato bene la filosofia del suo 
        partito con l'esigenza di stile che ogni premier dovrebbe avere: il suo 
        look semplice, ma distinto, gli è conferito anche dalle camicie 
        con cui ama presentarsi. Eccola, la grande rivoluzione del bon ton: il 
        gentiluomo in maniche di camicia, cosa un tempo inimmaginabile, neppure 
        con il solleone. Oggi, d'estate è la norma per le occasioni non 
        formali, anche se chi non ha il girovita più che perfetto dovrebbe 
        evitare di togliersi la giacca. È meglio, infatti, essere ricordato 
        come un signore inamidato piuttosto che come un tizio con pancetta strabordante. 
        Se si soffre il caldo, meglio le camicie fuori dei pantaloni, magari in 
        lino, bianche, in tinta unita o anche hawaiane, piuttosto dei rigoni che 
        a volte, francamente, sono quasi una divisa da galeotto.
        Gaddo 
        della Gherardesca 
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